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martedì 3 gennaio 2012

Così, come una vita che s'avvolge pallida

Così un muro
(come lama posata all’orizzonte)
sbarra la notte ai sogni.
Così una vita
(disegnata come un’edera di nebbia
abbarbicata ai raggi di Luna)
cresce pallida.

Così da tempo
e
di verso in verso
profuma di fiori
(appena appassiti)
la pallida veste
d’una persa poesia…

                                  Davedomus
 
Edera di note lievileggere
si arrampica a quel muro della notte
che si fa carne in musica
 
così come una vita  s'avvolge pallida
ai racemi eterni della Poesia: sembra malinconia
ma è Musa di bellezza sconvolgente, eterna
che a nulla s'inchina
ma
lampada a una mensa di luce
tutta s'inclara.

                                 Ladylunaa
 
io m'inchino a te, Poeta amico d'anima

di comunque sogni... (e comunque sento)


Ah notte!
Nell’in(c)tanto che forma
Il sospeso affanno dei sogni
Sta il velo posato sulle curve della Luna.
Concavo il silenzio raccoglie
Il muto desiderio.
Gemma dopo gemma
Geme e dopo geme
Il tempo calpestato nei versi.
Comunque sento.



gemma dopo gemma rimbalzano desideri
                        di comunque sogni 
dilagano
a sorgente perfetta trafitti per un attimo d'ore
                 svenduti
                             sfilacciati
                                         sconfitti
a inebriarmi di sospiri duri e scarni
                                     illegittimi 
di comunque Poesia
                       o di zitto silenzio
( che poi è lostesso )

gemme dopo gemme
              di comunque sogni
e così sia
Davedomus & Ventisqueras

Tanta è la notte

Tanta è la notte  
non sento che il tremore lieve delle foglie 
sommesso mormorio di labbra nella pioggia.
Irato  l’autunno scuote il mantello e indora lo stagno. 
Senti il fruscio della nebbia che nasce?

lo sento    lo sento
si atteggia a gran Dama
la nebbia ha piedi appuntiti e leggeri    

simula un passo di danza   
e il tremore lieve delle foglie è ora il fragore di marea 
che avanza avanza         
avanza non si stanca  
di labbra nella pioggia si sbianca.  

Davedomus & ladylunaa

Certi pensieri

Dista
la misura di un punto infinito
lungo la lama della Luna.
Qualcosa si vede
dalla fessura che è lasciata.
Un'ombra sbocciata nel buio
fiorirà di gigli notturni.
Verità è il ghiaccio che si scioglie
il gelo del vento tagliente
il verde cristallo dei rami torniti
dalla grandine pesante
delle vite
 lì nascoste.
 
“certi pensieri sono il seme della mia sete”
 
Bevo illusioni sciolte come neve
acque lucenti virate in sogni.
Eppure il sasso levigato
nascosto in fondo
fra le rocce del mio petto
lo sento pesante come realtà.

*************************************************

 Dall’ombra rosata    sbocciata dal buio dei sogni
             silente la strada dei gigli            erette le piante
nei loro margini incerti    si piegano al vento
                                                      di   pensieri  ( ali di farfalla
dai battiti lievi e folli)
                scioglie la luna il gelo delle mani     le annoda
alla nuca         nel nodo indistricabile
                                          di vite nascoste

guarda
         come orzando a babordo la luce chiama di rosso
al tramonto
         quando la luna è  fantasma  a metà del cielo
e nel marmo della vita si cela il mistero.


di Davedomus & Ventisqueras

Autunno

Luna d'autunno
nascondi rubini come un melograno.
Appeso al lampione osservo
questa notte di ciuffi d'erba
e di gravido selciato.


si carica il lampione di liane ventose
                                dondola una marea
di stelle evolute
se il lampione si spenge
                              è una notte di cieli
                                              soltanto

Davedomus & Ventisqueras

All'imbrunire

All’imbrunire 
lasciarsi è come un manto grigio
posato sulle sere  morbidamente stese.
Un cielo fragile fa da palpebra alla Luna.
Tra ciglia di pioggia 
e sguardi d’ombre umide
il magico cerchio stringe
sogni velati a malinconia.

            forse quel grigio mantello    s'accende
di rosso colore negli arcobaleni della notte
           ( saranno  le aurore boreali
                        che stringono il nord in fruscianti
                                             clamori? )
oh
      il tuo fragile cielo incorniciato da piogge
lunari
        vibra    nel suono-non suono
di accenti setosi
         libera il vento dell'infinito
                          acquarellandosi

Davedomus & Ventisqueras

Come mano il vento

Entrò
come mano il vento.
Tremò il mare
di rami riflessi
nel velo di un'ombra trasparente.

Sognavo

E ogni goccia di pioggia
come scintilla
ponevo in cielo.

Di nuovo morii   mentre gli astri navigavano il vuoto
           e le code di cristallo delle comete    gemevano il vento
sull'oro e l'azzurro di profondita' marine
           offese dagli squarci di mani assassine

e tornai vivendo   mentre l'estate seppelliva  frutti succosi
          di pesca  le nuove esche del giorno
    dormivo
           o forse sognavo
                          un lungo sonno di gocce a spalancare
  la pioggia
            tu sai forse
per imparare   il rombo di distruzione del Krakatoa   la nube
      asfissiante      grigia immensa  del Sant'Elena
e le distanze fra lo tzunami    e l'incendio dei boschi primari
          a far fuggire tutti gli esseri viventi
  a  crescere mandrie infuocate di spettri
                           al funerale del sole
mentre anche la terra muore.


Nelle anse di stelle
navigavo d'ansia
e  bevevo  l'agonia del tempo

che eterno mai moriva.
 
Un poco oltre.
Un poco dietro.
Ambigua felicità sospesa.
 
Pura come il cristallo
brillava  unica e
imprigionata
la vita.

Davedomus & Ladylunaa

Il fiume delle perle

Ascolto.

E uno scorrere lento
D’acqua bianca.
Leviga sassi
Soffici  come 
Batuffoli di sogni.
Tra colline e dossi
D’impalpabili veli
Si snoda.

Lo vedo.

Lontano e pallido
In questa inafferrabile aurora.
E per un attimo m’immergo
E purifico la vita
In quel che chiamo
Il fiume delle perle…

Il fiume delle perle     Zhu Jiang

Un tempo 
        ( sono forse passati
                            millenni? )
un tempo dunque
              erano le acque del tuo viso
                          a illuminare i confini del fiume delle perle
Dove un tempo
         (  fu     lungobreve
                                  estateinverno )
dove un tempo
                 s'intrappolavano batuffoli di sogni
alla luce della tua lampada     mentre sul fiume delle perle

                si pescavano stelle

attraverso trasparenze di ghiaccio     i tritoni sbiadivano
i loro aridi spettri
                  il vento faceva rotta fra picchi frastagliati
d’azzurre montagne
                         dimenticando radici di ninfee e nidi di uova di pesce.
Ma tu
      (  tu   
            tanto per dire )
che ne sapevi delle strategie della lunalunèra
        stregamaga perversa       a intingere pennelli  d'acrobazie rosse
                    sulle maree  galoppanti del tuo sguardo?

       Colui che il verde districa   con l’unico remo
procede libero
                       libero per tagliare canali     in minuscole onde
    di questa inafferrabile aurora
               che  si cinge i fianchi di pulviscolo lumescente
      intrappolando fuochi a guizzare maligni

e il tempo
       ( quel tempo
                        di un tempo)
delira    fermo come pietra
                      danza  sopra ossa di giglio
         senza pianto     senza occhi     
               perciò:

                       silenzio ai polsi      e basta.

Note

Minute note
nello spartito del vento.
Piccole rughe nel silenzio
le sento.
Fruscio nella brezza 
e muto ronzio.
Gocce dita
pizzicano corde
intagliate nell’ombra.
 
Albero.
 
Fronde adagiate 
sulla Luna che guarda.
Brilla d’argento? 
Di viola? 
Di verde appassito?
Chissà.
In una vita stordita
Il vero mai sta
In fondo e più in là
qualcosa verrà…
 
 
*******************************+
 
Ah, le ali dei fanciulli     in volo con le note
           lo spartito del vento ritaglia sentieri     fluisce
aperto
       l’intimo dolore che provoca dolcezza
piccole rughe     ricama la brezza
       (   spiragli si risa ?)
 
   Forse si posano sull’ombra degli alberi
concertano con foglie vibranti
       la luna è sospesa    vedi?   mi volta le spalle
ma ha un’altra faccia    che non si scoraggia
       di una vita stordita     che certo
 lei sola sa.

La vita cos'è? (leggendo LadyLunaa)

Voglio e non voglio
un lembo di nebbia
nel freddo cristallo
tagliato a parola.

Ritrovo
quel ciondolo
col sole e la luna
e ingoiata la duna
mi bevo il deserto.

Scruto nel nero
e cieco m’indoro
col brillo lampione
che trema nel pozzo.

Nei tetti si struscia
questa lucida notte,
guardando più sopra
la vita cos’è?


------------------
Un lungo processo nel tempo del sapere
nell’ora del cuore        un ritrovarsi nel nero
                  con emozioni chiare
sottile la condivisione          preciso il domandare

la tua notte che si struscia nei tetti
              è un delirio di ore         nel territorio delle vene
seme che rende una morte certa
                                         mentre la vita

sgorga.

Muta è la notte

Muta è la notte.
Ma è rimasto lo sguardo
falciato.
Ascolta.
E’ un piccolo tintinnio d’acque,
creste di Luna sul fiume.
Loro si, 
portano carezze,
foglioline nate e cadute
nel buio del bosco.
S’adagiano sul muschio di sponda,
saranno sorrisi d’aurora
a cui aprirò la mano
che ora è pugno nel mio cuore



                                            Davedomus


****************************************


Non ha più silenzi la notte
semi di luci   aprono alle voci     e nello scialle lucente
del clamore stellato:
ascolto.

Il tinnìo dell'acque rotola dalle loro quadrature muschiate
tocca le creste di luna
in una dimensione inattesa  (     intagliato il tempo  nelle ore
delle  gemme  nuove    )

 un incendio di vento d'aurora
 aprirà il pugno
serrato nel tuo cuore    asciugando questa tenera
lotta di cera marina.



                               Ladylunaa

martedì 27 dicembre 2011

E come

E come?

E come può il peso d’una foglia secca?
Alla fine lontana del ramo silenzioso
avvitato nella notte come la serpe
in agguato nel folto cespuglio della nostalgia.

E come può quella bava di vento?
Sibilata nell’ultimo respiro
di un affanno insonne e tremante
presagio di svolazzanti falene
ghermite nell’antro delle ombre.

E come può lo schianto della vita?
Sospesa sul davanzale parola
che ali più forti della disperazione
spingeranno lontano sul lago addormentato
per un volo che mai sarà compiuto…

Si fermano le ore addormentate
deste dal vento che fiero scorrazza

ed è insolita piazza irta di panchine convesse
che chiude il pensiero
nell'attesa di un cerchio chiaro della luna
da mettere al collo come pendaglio
d'eternità.


di Davedomus & Ladilunaa

Fiumi

Ora
appoggiato alle anse nascoste
a respirare la lenta corrente senza fine,
guardi fuggire tra le canne
quel tramonto impaurito.
Spalanchi le tue braccia
ad accogliere ogni vita sfiorita
sulle sponde umide e unte di malinconia.
Spargi il sangue delle tue ferite
tra acque di verde oscure
e intingi nel brivido della sera
la chioma di vento divina.
Muore nel silenzio
lo sguardo del tempo
e zittisci per sempre
le ore svanite nel pianto.

Ecco
Dio che nasci torrentello
di cantanti sassi
e in primavera ti orni
di spumosi biancospini
i fianchi
crescendo ti ampli
ti coronano distanze di
cementi e malinconie
in un fluire lento e devastante
fino ad arrivare mesto
dall'acque del mare
a farti ingoiare, deturpando
per qualche istante
con tuo colore putrido
quell'azzurro festante.