Entrò
come mano il vento.
Tremò il mare
di rami riflessi
nel velo di un'ombra trasparente.
Sognavo
E ogni goccia di pioggia
come scintilla
ponevo in cielo.
Di nuovo morii mentre gli astri navigavano il vuoto
e le code di cristallo delle comete gemevano il vento
sull'oro e l'azzurro di profondita' marine
offese dagli squarci di mani assassine
e tornai vivendo mentre l'estate seppelliva frutti succosi
di pesca le nuove esche del giorno
dormivo
o forse sognavo
un lungo sonno di gocce a spalancare
la pioggia
tu sai forse
per imparare il rombo di distruzione del Krakatoa la nube
asfissiante grigia immensa del Sant'Elena
e le distanze fra lo tzunami e l'incendio dei boschi primari
a far fuggire tutti gli esseri viventi
a crescere mandrie infuocate di spettri
al funerale del sole
mentre anche la terra muore.
Nelle anse di stelle
navigavo d'ansia
e bevevo l'agonia del tempo
che eterno mai moriva.
Un poco oltre.
Un poco dietro.
Ambigua felicità sospesa.
Pura come il cristallo
brillava unica e
imprigionata
la vita.
Davedomus & Ladylunaa
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