Di che sa questa pioggia
se non di giorni passati?
Di soste esitanti
sull’uscio di altre vite.
Di passi fragili di uomini
con sguardo di cristallo.
Di che sa questo vento
se non di notti vomitate?
Di pensieri scacciati
come sogni impauriti.
Di sussurri di tenebre
ingoiati nel sonno.
Di che sa questo sole
se non di figure bruciate?
Di pelle intessuta
di ricamati amori.
Di canti nutriti
nei nostri sacri miti.
Nel sapore
di quel che non è più
sta il riflesso della vita
e nelle ali dell’oblio
sta il volto del morire.
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