Ho lasciato in un angolo
quella donna chiamata nostalgia
col viso riparato dalle mani
a difendersi dai fiori spinosi
lanciati con crudele perfidia
dalla notte.
A lei ho dato in pasto i miei sogni.
Mi restano le briciole
e come un piccione affamato
vado beccando la dura terra
d’una insonnia cullata dai silenzi.
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