Si gonfiano di vento come vele,
illuse dalla carezza delle nuvole
dai gesti volutamente impalpabili.
Si fanno volto stringendo palpebre
che come occhi stanchi
non sanno più vedere le forme dell’inganno.
Si chiudono, corolle di fiori senza sole,
rotolato giù dall’orizzonte ripido
nella notte di mani cieche smarrite.
Vorrebbero ma non possono piangere lacrime.
Si aprono come rami e fioriranno di ricordi.
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