Il seguente brano è tratto da Do Androids Drean of Electric Sheep? Di Philip K. Dick
“Il silenzio. Lampeggiava dai mobili e dalle pareti; lo colpiva con un potere terribile, totale, come se fosse generato da un grande mulino. Si sprigionava dal pavimento, si levava dal tappeto grigio strappato che si stendeva da una parete all’altra. Sfuggiva dagli apparecchi rotti o semirotti in cucina, le macchine morte che non avevano funzionato per tutto il tempo in cui Isidore era vissuto qui. Fluiva dalla inutile lampada a stilo del soggiorno unendosi con la sua discesa vuota e senza suono dal soffitto macchiato di mosche. Esso riusciva in realtà ad emergere da ogni oggetto che si trovasse il suo raggio visivo, come se esso – il silenzio – intendesse soppiantare tutte le cose tangibili. Da questo momento non assalì più soltanto le sue orecchie ma anche i suoi occhi; mentre egli stava presso il televisore inerte esperimentò come il silenzio fosse visibile e, a suo modo, vivo. Vivo!”
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