martedì 6 dicembre 2011

Vivremo nei frigoriferi?


I brani che seguono sono tratti da:
The Three Stigmata of Palmer Eldritch (1964)
di Philip K. Dick
Traduzione italiana di Ugo Malaguti. (Le tre stimmate di Palmer Eldritch).

Sotto di lui, in quel momento, il pavimento vibrò, e si udì un ronzio profondo. Il sistema di raffreddamento dell'edificio era entrato in funzione. La giornata era cominciata. Fuori dalla finestra di cucina il sole rovente e ostile prese forma al di là degli altri edifici visibili dal suo punto d'osservazione; Barney chiuse gli occhi, per proteggersi dal riverbero. Sarebbe stata un'altra giornata d'inferno...
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Il ghiacciaio chiave, Ol' Skintop, si era ritirato di 4,62 Grable durante le ultime ventiquattrore. E la temperatura di New York, a mezzogiorno, aveva superato di 1,46 Wagner quella del giorno precedente. Inoltre l'umidità, causata dall'evaporazione dell'oceano, era aumentata di 16 Selkirk. Così era più caldo e più umido; la grande processione della natura avanzava inesorabilmente...
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...Un giorno, si disse, farà tanto caldo che nulla potrà impedire a questa baracca di fondersi; ricordò il giorno in cui la sua collezione di long-playing si era fusa trasformandosi in un mucchio di plastica collosa; questo era accaduto nel '4 a causa di un guasto momentaneo al sistema di raffreddamento. Adesso aveva dei dischi metallici; una lega speciale che non si fondeva. E nello stesso momento tutti i pappagalli e tutti gli uccelli ming venusiani dell'edificio erano morti sul colpo. E la tartaruga del suo vicino era morta bollita.
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Dick scrisse questo romanzo nel 1964 ma immaginò, profeticamente, un innalzamento della temperatura che costrinse l'umanità ad evitare il giorno e a vivere in enormi edifici raffreddati come frigoriferi. Questo scenario sta cominciando a divenire reale. Dobbiamo stare fermi a guardare? Possibile che gli interessi economici debbano prevalere su tutto? Domande...

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