martedì 6 dicembre 2011

Fantascienza

Leggeva un saggio sulla fantascienza.

L'immaginario era l'alibi del reale, in un mondo dominato dal principio di realtà. Oggi è il reale che è diventato l'alibi del modello, in un universo retto dal principio di simulazione. Ed è paradossalmente il reale che è diventato oggi la nostra vera utopia – ma è un'utopia che non appartiene più all'ordine del possibile, perché non si può che sognarne, come un oggetto perduto”.

La mente destra che fino ad allora si era trattenuta, sbottò: - Ma come si fa a scrivere così! E della fantascienza! Cosa si può capire! -
Con calma la mente sinistra replicò: - Smettila. Lui è un sociologo e la sua analisi dà dignità a questo genere. Bisogna inquadrare l'utopia in un possibile futuro. -
- E il sense of wonder? - Disse la mente destra. - La capacità di meravigliarsi, sognare viaggi nel cosmo e avventure alla ricerca dei misteri? La curiosità che ha spinto gli esploratori alla conquista di nuove terre? Perché non vuoi capire? -
La mente sinistra disse con sufficienza: - Con i sogni non si va lontano. Meglio leggere un fumetto. La fantascienza se non si dà una regolata non sarà mai pari alla grande letteratura. -
- La grande letteratura?? - Esclamò la mente destra. - Quale? Quella dei comici o di quelli che scrivono sempre la stessa vicenda camuffata da un titolo diverso! Dove sono più le grandi storie? Dimmelo! Dai dimmelo!! Basta! Io voglio emozionarmi!! -
La mente sinistra sentenziò: - Una letteratura senza morali, senza messaggi, senza insegnamenti non è che un guscio vuoto. -

I fogli scivolarono in terra. Con il capo reclinato si addormentò.

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