I brani che seguono sono tratti da Do The Androids Dream of Electric Sheep? Di Phil K. Dick (1968).
Un'ora più tardi viaggiava sul furgone della ditta e aveva già prelevato il primo animale difettoso della giornata. Era un gatto elettrico: era disteso nella gabbia a prova di polvere, che aveva sistemato dietro nel furgone, e lo sentiva respirare affannosamente e irregolarmente...........
Il gatto si lamentava.
Oh, pensò ancora Isidore, sembra davvero che stia morendo. Forse la batteria dopo dieci anni, si è consumata e tutti i circuiti si stanno bruciando uno dopo l'altro......
.....il meccanismo elettrico inserito sotto il suo pelo grigio che sembrava autentico, gorgogliava e ribolliva, mentre gli occhi erano vitrei e le mascelle bloccate in una stretta affannosa. Questo non finiva mai di stupirlo: le malattie dei circuiti interni degli animali falsi. La macchina che ora teneva in grembo era stata concepita in modo che quando un suo componente primario saltava, tutto l'animale nel suo sistema appariva in preda ad una malattia organica. Lo avrei facilmente preso per vero, si disse Isidore, mentre frugava tra la pelle dello stomaco.......Rinunciò. Il gatto falso aveva ormai smesso di funzionare del tutto.....
In questa società futura la massima aspirazione di una famiglia è quella di possedere un animale vero. Ma ormai sono rarissimi e sono sostituiti da costosissimi simulacri elettronici fatti in maniera così verosimile che anche quando si guastano la loro morte sembra vera...ma cosa è il vero? Cosa è la vera vita? Interrogativo sempre più pressante nella nostra società artificiale....
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