martedì 6 dicembre 2011

Omaggio a Gregory Corso


Ero andato al cimitero acattolico di Roma, in via Caio Cestio, nei pressi della famosa piramide, per andare a vedere le tombe di due celebri poeti i cui versi ho letto sempre con tanto stupore. Si tratta di Keats e Shelley. Accanto a loro sono sepolti tanti artisti, poeti, persino Gramsci. Camminando in quei piccoli vialetti fui attratto da una delle numerose sculture presenti. Mi fermai e, quasi come se un sussurro mi avesse chiamato, guardai ai miei piedi. Una semplice lapide con il nome di Gregory Corso. E improvvisamente mi venne in mente quel poeta della Beat Generation, il più grande senza dubbio; la prima volta che lo lessi mi tramortì come tramortiscono i suoi versi. Trovarmi vicino a lui è stata un'emozione improvvisa e intensa. Non sto qui a farvi una biografia preferisco, se ne avete voglia, che lo scopriate voi. Solo una delle sue liriche, la prima che ho letto.

The wreck of the Nordling

One night fifty men swam away from God
And drowned.
In the morning the abandoned God
Dipped His finger into the sea,
Came up with fifty souls,
And pointed towards eternity.

Il Naufragio del Nordling

Una notte cinquanta uomini s'allontanarono da Dio a nuoto
E annegarono.
La mattina il Dio abbandonato
Tuffò un dito nel mare,
Lo ritirò con cinquanta anime,
E puntò verso l'eternità.

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