martedì 6 dicembre 2011

A Sergej Poeta


 Voglio dedicare queste umili parole a Sergej Esenin. Poeta. I suoi sono tra i versi che più hanno graffiato il mio cuore. Come scriveva lui:
Capita di rado la gioia
Come un tintinnio di primavera al mattino
E io invece di marcire sui rami
Preferisco consumarmi nel vento...
Chi meglio di lui ha descritto il mio stato d'animo?


Perché ti sei ammazzato poeta?
Perché hai lasciato volare via il tuo aquilone di versi?
Non possiamo vederlo più, così alto, perdersi fra le nuvole.

Il cielo rosso del tuo sangue è il tramonto che arriva.
Le tue parole gocce di pioggia, temporali di lacrime,
con esse ho riempito il lago della mia poesia.

E quanto è rimasto seppellito dentro te?
Quante rime hanno trovato la gelida bocca serrata?
Sergej hai raggiunto la tua sedia celeste.

Perché ti sei ammazzato poeta?
Una donna ti ha spezzato il cuore?
Ti si è seduta accanto, ti ha guardato negli occhi.

Troppo grande la pianura, ti sei perso?
La frana della solitudine ti ha travolto,
il tuo cuore ha trascinato nello stagno.

Alla tua maniera hai urlato e nessuno ti ha sentito,
l'uomo nero ha dondolato il capo.
Io ti ho sentito! Amico mio, amico mio gridavi.

Si è rotto lo specchio, sei libero adesso.
Corri, corri tra i rovi, sanguina,
la carne è strappata, la vita è spezzata.

Va nei mulinelli di foglie gialle d'autunno,
danza con loro con ali di farfalla,
adesso è nel vento la tua poesia.

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