Sono fiori cresciuti nel mio petto.
Le sottili radici nel cuore,
colora di sangue la loro tenera corolla.
Come bocche aperte al vento
nel sanguinante profumo
respirano l'alito di vita.
Sono le mie dita aperte al cielo
invocano una mano da intrecciare.
Sarà un campo di carezze appassite
petali seccati sull'orlo degli steli
perché il sussurro di un'anima abbandonata
si perde nell'erba come macchia vermiglia.
Papaveri trapassati di luce
come lumini alla mia memoria.
Mordo la terra in cui sono sepolto
e invoco il mio nome perduto.
Di me non resta che una lapide di nubi.
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